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Industria lattiero-casearia

ACCORDO SUI DAZI USA-UE: IL LATTIERO-CASEARIO ITALIANO
TRA OPPORTUNITÀ E RISCHI

Dopo mesi di tensioni tra Bruxelles e Washington, la minaccia di una guerra tariffaria sembra scongiurata. Lo scorso luglio, in Scozia, l’incontro tra il Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha portato a un’intesa che fissa al 15% i dazi sulle esportazioni europee verso gli Stati Uniti. Una misura che allontana lo spettro di tariffe punitive fino al 50% su numerosi prodotti europei, tra cui molte eccellenze agroalimentari, ma che non elimina del tutto i rischi per il Made in Italy.

Per l’Europa, la scelta rappresenta una tregua necessaria: un compromesso che garantisce stabilità, continuità commerciale e prevedibilità alle imprese, in cambio di impegni concreti sugli acquisti energetici e sugli investimenti negli USA. Una strategia che rafforza il dialogo commerciale e tutela la più grande partnership economica mondiale.

L’agroalimentare italiano nel mirino

Con un valore che ha sfiorato gli 8 miliardi di euro di export nel 2024, gli Stati Uniti rappresentano il principale mercato extra-UE per l’agroalimentare Made in Italy. I nuovi dazi rischiano però di costare oltre 1 miliardo al settore: il vino potrebbe perdere fino a 290 milioni, l’olio extravergine 140, la pasta circa 74, mentre i formaggi, già gravati da tariffe del 10-15%, restano sostanzialmente stabili.

L’introduzione dei nuovi dazi arriva in una fase già delicata per il Made in Italy agroalimentare. Dopo un avvio del 2025 positivo (+11% nel primo trimestre), i segnali degli ultimi mesi indicano un rallentamento progressivo delle esportazioni verso gli USA, con l’applicazione dei dazi aggiuntivi: +1,3% ad aprile, +0,4% a maggio e -2,9% a giugno. Una tendenza che, se consolidata, rischia di trasformarsi in un crollo strutturale delle vendite.

Il ruolo del lattiero-caseario

Con oltre 5,7 miliardi di euro di export nel 2024, il lattiero-caseario è la seconda voce dell’agroalimentare italiano. E gli USA rappresentano un mercato chiave per i formaggi Made in Italy: dai grandi DOP fino alle specialità fresche e a pasta filata, tipiche pugliesi, sempre più apprezzate dai consumatori americani.

Il nuovo scenario tariffario si rivela però una lama a doppio taglio: da un lato offre certezza e possibilità di pianificare le esportazioni, evitando shock tariffari improvvisi; dall’altro impone costi aggiuntivi e sfide legate alla concorrenza, che rischiano di ridurre i margini delle PMI. La sfida diventa difendere le quote di mercato senza sacrificare la competitività, trasformando le nuove regole in opportunità di posizionamento. I consumatori americani, infatti, sono disposti a riconoscere e pagare un premium price per l’autenticità, la qualità, la tradizione ed il forte legame con il territorio, caratteristiche tipiche dei formaggi italiani. Questi aspetti rappresentano le armi più efficaci contro il rischio di “italian sounding” e imitazioni varie.

Per aziende come il Caseificio Ignalat, il quadro odierno può trasformarsi in un’occasione di:

  1. Pianificazione – Un dazio fisso consente di definire strategie di pricing e distributive più prevedibili e sicure ma la volatilità della politica americana e il deprezzamento del dollaro nei confronti dell’euro restano fattori critici.
  2. Diversificazione – Gli USA restano un mercato strategico, ma le aziende devono cercare nuove aree ad alto potenziale, come nel caso del Caseificio Ignalat per quanto riguarda l’Asia, il Medio Oriente e l’Est Europa. Un modo per ridurre la dipendenza dal mercato americano e cogliere nuove opportunità di consumo.
  3. Valorizzazione della qualità – In un contesto competitivo, certificazioni, tracciabilità e artigianalità sono elementi che giustificano il posizionamento premium e il prezzo più alto dei prodotti caseari italiani all’estero, rafforzandone la reputazione.

L’intesa USA-UE non cancella le incognite, ma offre una soluzione pragmatica per evitare una guerra commerciale senza vincitori. Per l’agroalimentare italiano, e in particolare per il lattiero-caseario, la partita si gioca non solo sulla competitività di prezzo, ma sulla capacità di conciliare l’eccellenza con strategie di export flessibili e lungimiranti.

L’obiettivo del Caseificio Ignalat è continuare a portare sulle tavole internazionali la certezza di un prodotto autentico, che sia espressione di una filiera controllata e del sapere artigianale. È questa la chiave per distinguersi nei mercati più complessi come quello americano.

3 Settembre 2025

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